Cosa vedere a Palermo se hai solo 3 ore!

“Chi ha visto una volta il cielo di Palermo non potrà mai più dimenticarlo”, così scriveva solennemente Johann Wolfgang von Goethe nel suo “Viaggio in Italia”, e noi non potremmo che essere d’accordo con quest’affermazione. Però, vale la pena sottolineare (e anche così la penserebbe il nostro Goethe) che a Palermo di indimenticabile non c’è soltanto il cielo, ma anche i suoi monumenti, le sue strade, i suoi odori, il suo cibo. Abbiamo scelto 5 luoghi che identificano Palermo, che ne rappresentano l’essenza e che non potete assolutamente perdere se avete qualche ora da spendere in città.



Cominciamo dal meraviglioso Teatro Massimo. Il Teatro Massimo Vittorio Emanuele di Palermo è il più grande edificio teatrale lirico d'Italia e uno dei più grandi d'Europa, terzo per ordine di grandezza architettonica dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Ambienti di rappresentanza, sale, gallerie e scale monumentali circondano il teatro vero e proprio, formando un complesso architettonico di grandiose proporzioni. Di gusto neoclassico-eclettico, sorge sulle aree di risulta della chiesa delle Stimmate e del monastero di San Giuliano, che vennero demoliti alla fine dell'Ottocento per fare spazio alla grandiosa costruzione. I lavori furono iniziati nel 1875  e furono diretti dall'architetto Giovan Battista Filippo Basile, alla morte del quale subentrò il figlio Ernesto Basile. Nel 1990 il Teatro è stato anche lo scenario di alcune riprese del film Il padrino - Parte III di Francis Ford Coppola. Il Teatro offre un calendario molto fitto tra opere teatrali, balletti ed eventi culturali, quindi, se siete degli appassionati o se volete semplicemente contemplare la sua magnificenza, dovete assolutamente visitarlo, perché nessuna descrizione può essere sufficiente ad esprimere la sua straordinarietà. Proprio dal teatro parte il nostro tour, ogni sabato mattina, Palermo NoMafia ed anche il Weekend Antimafia: Palermo e Corleone.

Proseguendo, alle spalle del Teatro, troviamo il folkloristico mercato del Capo. Uno dei mercati più antichi di Palermo, si trova nel quartiere del “Capo” e, nel linguaggio comune dei palermitani, coincide con esso. Il mercato conserva ancora, con il suo intricato labirinto viario, l’aspetto proprio di un suk orientale, dove l’opulenza, derivata dall’abbondanza di cibo che si trova nelle bancarelle, si intreccia con quel senso di ristrettezza, dovuto all’intrinseca povertà in cui versa il quartiere. I venditori “abbanniano”(“mandano la voce da tutte le parti”), al fine di invitare i passanti ad acquistare la loro merce o cantano canzoni per schernire i proprietari delle bancarelle adiacenti, creando un gioco di suoni assordanti e divertenti, che conferiscono un’unicità inconfondibile a questo luogo. In quest’atmosfera allegra e caotica, emergono particolari architetture, che si mescolano alla degradata residenza popolare, recentemente restaurata, le quali restituiscono al mercato quell’urbana atmosfera spagnolesca, che a suo tempo fece da contorno.

Se ci dirigiamo verso il Cassaro alto (corso Vittorio Emanuele) troviamo la magnifica Cattedrale. La Cattedrale di Palermo dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell'umanità (Unesco). È una delle opere più caratteristiche della città, poiché la sua originalità deriva proprio dalla commistione di forme e stili in un unico corpo architettonico. Al suo interno si trovano numerosi “tesori”, come le tombe dei re e degli imperatori che hanno governato la città, fra cui il sarcofago di Federico II e quello di Ruggero II, o come la cappella di Santa Rosalia, patrona di Palermo. Oggi ospita anche le spoglie del beato Don Pino Puglisi, il parroco del quartiere Brancaccio che si oppose al controllo mafioso del territorio. Di lui parliamo nel nostro tour Palermo NoMafia, che prevede una tappa proprio in Cattedrale. Secondo una leggenda che  lega la Cattedrale al Duomo di Monreale, si narra che la sua costruzione fu voluta da Gualtiero Offamilio nel XII sec. d.C., l’allora arcivescovo della diocesi di Palermo ed ex istitutore di Gugliemo II (detto “il Buono”), mentre quest’ultimo  soprintendeva i lavori per la costruzione del Duomo di Monreale. Gli architetti addetti alla costruzione delle due opere, che erano fratelli, entrarono in competizione  fino al punto di suicidarsi dopo aver visto l’uno il rispettivo progetto dell’altro. In effetti, però, una competizione si verificò realmente , ma tra Guglielmo II, che voleva contrastare lo strapotere arcivescovile di Palermo, e Gualtiero Offamilio. Il sovrano si preoccupò di abbellire con meravigliosi mosaici che narrano storie del Nuovo e Vecchio Testamento l’interno del Duomo tralasciando i dettagli estetici della facciata, mentre Gualtiero puntò molto sulla bellezza e imponenza della facciata, non preoccupandosi dell’interno. Ad ogni modo, l’importante è che vi concediate del tempo per visitarla e ammirarla.

Proseguiamo con i Quattro Canti. Denominata Piazza Villena  (in omaggio al Viceré il cui nome completo era marchese don Juan Fernandez Pacheco de Villena y Ascalon), o anche Ottagono o Teatro del Sole, perché in ogni stagione due dei quattro cantoni sono sempre illuminati dal sole, i Quattro Canti si trovano all’incrocio dei due principali assi viari di Palermo, ossia corso Vittorio Emanuele e via Maqueda. Formata da quattro cantoni, la piazza fu costruita nei primi anni del Seicento, per volere del viceré spagnolo marchese di Villena, su disegno dell'architetto Giulio Lasso. Al terzo ordine delle facciate troviamo le sculture di quattro donne, poste lì dal 1617 perché, ai tempi, erano le sante patrone di Palermo. Stiamo parlando di Agata, Cristina, Ninfa e Oliva, secondo la  disposizione in cui sono collocate nei Quattro Canti in senso antiorario. Questa piazza è stata una delle principali ambientazioni in cui sono state girate alcune delle più importanti scene del film Palermo Shooting (2008).

 

Terminiamo con Piazza Pretoria. Questa meravigliosa piazza si trova poco distante dai Quattro Canti, esattamente nel baricentro della città storica di Palermo, e al suo centro si trova la splendida Fontana Pretoria, realizzata nel 1554 da Francesco Camilliani a Firenze e trasferita a Palermo nel 1581. Si tratta di una delle fontane più belle d’Italia, tanto che Giorgio Vasari la definì “fonte stupendissima che non ha pari in Fiorenza, né forse in Italia”. La Piazza trae il suo nome dal palazzo municipale detto Pretorio, che si affaccia sull'omonima fontana, fiore all'occhiello di tutta la piazza, ma viene anche denominata comunemente Piazza della Vergogna, non per la nudità dei corpi delle statue che adornano la fontana (come comunemente si pensa), ma per via dell’ingente somma di denaro che il Senato palermitano dovette sborsare per il suo acquisto. Meta imprescindibile per chiunque voglia penetrare la storia della nostra città,  Piazza Pretoria è una tappa abituale del nostro tour Palermo NoMafia, in cui troviamo spunto per parlare dei rapporti tra mafia e politica, in particolare sel “Sacco di Palermo” e della “Primavera palermitana”.

Quale luogo di Palermo, per voi, è rappresentativo dell’intera città? Durante il vostro viaggio in Sicilia, quale immagine della città vi siete portati a casa?