Cefalù

Delizioso borgo sulla costa fra Palermo e Messina, a cui il mare, la Rocca e i campanili del Duomo arabo-normanno conferiscono una silhouette inconfondibile.

È uno dei maggiori centri balneari di tutta la regione. La cittadina è inclusa fra i Borghi più belli d'Italia per la grande rilevanza artistica, culturale e storica, per l'armonia del tessuto urbano, la vivibilità e i servizi ai cittadini. 
Il duomo di Cefalù, nome con cui è nota la Basilica Cattedrale della Trasfigurazione, nel 2015  è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall'Unesco.  Secondo la leggenda, Ruggero II d’Altavilla, re di Sicilia, Puglia e Calabria, fece erigere la Cattedrale nel luogo in cui approdò salvandosi da una tempesta, per un voto fatto al Santissimo Salvatore. In realtà il motivo della sua costruzione, iniziata nel 1131, risiede in esigenze politico-militari, visto il suo carattere di fortezza. In seguito, vennero realizzati i mosaici nell'abside e sistemati i sarcofagi di porfido voluti da Ruggero II per la sua sepoltura e quella di sua moglie, poi trasferiti a Palermo da Federico II. La vicenda che riguarda la costruzione della Cattedrale di Cefalù è assai complessa, infatti il progetto dell’edificio si basò inizialmente sui canoni dell’architettura romanica nordeuropea, importata in Sicilia dai normanni, ma fu terminato da maestranze locali secondo i dettami dell’architettura islamica e le necessità della liturgia bizantina.

Fra i vicoli di Cefalù ci si può imbattere nel Lavatoio pubblico, esempio di ingegneria idraulica medievale, di chiara impronta araba. Una scalinata in pietra porta ad uno spazio parzialmente coperto, dove si trovano una serie di vasche con ventidue bocche di ghisa da cui fuoriesce l’acqua convogliata dal fiume Cefalino.

Il Mandralisca è un  museo interdisciplinare comprendente, oltre a una pinacoteca, una notevole collezione archeologica, uno splendido monetario, una raccolta di conchiglie tra le più ricche d’Europa, nonché mobili ed oggetti di pregio già appartenuti alla famiglia Mandralisca. Qui si può  ammirare il magnifico capolavoro di Antonello da Messina, ovvero il “Ritratto d’Uomo”, definito da alcuni critici “la Gioconda siciliana”. Si tratta di un dipinto ad olio su tavola, datato tra il 1465 e il 1476 circa, che ritrae un uomo sconosciuto, vestito secondo alcuni da marinaio dell'epoca e indossante una berretta nera, attribuzione smentita da Roberto Longhi, secondo il quale l’opera ritrae un barone o un uomo facoltoso. Tuttavia, ancora oggi il dipinto viene indicato come “il sorriso dell’ignoto marinaio”. 

Se si ha voglia di un panorama mozzafiato, si può salire sulla Rocca, una rupe calcarea alta 268 metri a forma di “testa”, alla quale la cittadina deve il suo nome (dal punico kefa). Sulla cima vi sono i resti di un castello medievale risalenti al XIII-XIV secolo, mentre tutto il perimetro a mezza costa è cintato da mura merlate. Nel piccolo altipiano interno della rocca vi sono i resti di una costruzione megalitica risalente al IX secolo a.C., chiamata Tempio di Diana.

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