Un fiore per...

Oggi è la Giornata della Memoria e dell'Impegno, dedicata a tutte le vittime innocenti di mafia. Le ricordiamo da casa, con un selfie



Partecipa anche tu. Scegli il nome di una delle mille vittime consultando l'elenco sul sul sito www.vivi.libera.it, aggiungici un fiore (anche disegnato) e posta una foto sui social con hashtag #iorestoacasa #memoriaeimpegno #21marzo2020.


“Era il 1986 quando appresi la notizia che un bambino di nome Claudio Domino, che aveva la mia stessa età, 11 anni, era stato ucciso con un colpo di pistola dalla mafia”.
 

Giuseppe Zaffuto, insegnante, zio di mio padre, fu ucciso a Casteltermini nel il 26 dicembre 1920 da una bomba lanciata all'interno nella sede della locale sezione del Partito Socialista, di cui era segretario. Insieme a lui morirono altre quattro persone”.
 

“27 maggio 1993. Un'autobomba esplode nel pieno della notte in via dei Georgofili, accanto alla Galleria degli Uffizi, nel cuore di Firenze. Nadia, 8 anni e mezzo, e Caterina, 50 giorni, stanno dormendo a casa, con i loro genitori, Angela e Fabrizio Nencioni, proprio nei locali dell'Accademia dei Georgofili, di cui mamma Angela è la custode. Moriranno tutti, schiacciati dalle macerie. La stessa strage fa un'altra vittima, Dario Capolicchio, 22 anni, studente, investito dalle fiamme dell'esplosione che arrivano nella sua stanza, nel palazzo di fronte. Questa è la mafia. Non dobbiamo dimenticarlo mai”.
 

“Ho scelto Pietro Scaglione perché è stato il primo magistrato ucciso dalla mafia, perché la sua memoria dovette anche subire l’insulto del tentativo di mascariamento e perché spesso viene dimenticato”.
 

"Beppe Montana, chiamato dai colleghi Serpico per la sua ostinata dedizione al lavoro, ucciso dalla mafia il 28 luglio 1985 a Porticello (Santa Flavia). Decise di indagare sui traffici illeciti di Bagheria, Casteldaccia e Termini Imerese dove si nascondevano pericolosi latitanti. Dopo una giornata trascorsa in barca con la fidanzata e gli amici, aveva deciso di portare in un cantiere di rimessaggio il motoscafo per sistemare un guasto all' impianto elettrico. I due killer lo colgono di sorpresa, mentre è in costume e sandali, ovviamente disarmato. Gli sparano in faccia quattro colpi e lo lasciano a terra in una pozza di sangue."


"Il 9 Maggio 1978 moriva un giovane giornalista siciliano, Giuseppe Impastato meglio noto come Peppino, ucciso dalla mafia per aver denunciato i delitti e gli affari dei mafiosi".
 

"Ho scelto Giuseppe Rumore perché, finita la pandemia, molti di noi potranno darsi all'agricoltura, e sarebbe bello avere qualcuno così coraggioso da difendere i nostri diritti 😂😂😂 È poi, anche il cognome ha un ché di simbolico... Scherzi a parte...Giuseppe Rumore fu un sindacalista socialista e dirigente del movimento contadino agli inizi del '900. Capeggió diverse rivolte contadine e si ribellò contro le prepotenze dei latifondisti, arrivando ad occuparne i terreni. 
Fu massacrato dalla mafia, sotto gli occhi della moglie e della figlia di quattro anni il 22 settembre 1919".


"Voglio ricordare Paolo Giaccone, che ha portato avanti la sua missione di medico con onestà e integrità.  
Giaccone, infatti, si era rifiutato di falsificare le conclusioni di una perizia dattiloscopica che avrebbero incastrato un killer di Bagheria, finito poi all'ergastolo. Per tale motivo Giaccone fu inseguito e ucciso da due killer a Palermo l'11 agosto 1982".


"Nino Agostino era un poliziotto specializzato nella cattura dei latitanti. Ida era sua moglie. Entrambi sono stati uccisi il 5 agosto 1989, da due killer che gli spararono davanti il villino dei genitori a Villagrazia di Carini. Ida era incinta di due mesi. Dopo 30 anni ancora non si conoscono i nomi dei mandanti e degli esecutori di questo massacro".