Da Copenaghen a Palermo: storia di un progetto ben riuscito

Oggi vi raccontiamo di un’esperienza nuova, quanto meno per noi, e altamente formativa per i soggetti coinvolti: uno scambio europeo con un’interessante realtà danese, nell’ambito del progetto Erasmus+.



Cos'è il progetto Erasmus+? 

Il progetto europeo Erasmus+ offre opportunità di mobilità e cooperazione per l’istruzione e la formazione personale non solo a giovani studenti, ma anche a lavoratori che, attraverso lo scambio reciproco di pratiche di gestione del lavoro, vogliono mettersi alla prova e affrontare dei cambiamenti costruttivi per le loro realtà lavorative.

I soggetti coinvolti e il programma 

Oltre ad Addiopizzo Travel, in questo scambio, sono state coinvolte due associazioni: il Comitato Addiopizzo e l’associazione danese Fonden Kantara (Resource center Ydre Nørrebro).
La durata del progetto è stata in totale di sei giorni, suddivisi tra la sede di Kantara a Copenaghen e la sede di Addiopizzo, a Palermo. Le sei giornate sono state sviluppate attraverso una chiara programmazione di presentazioni e di lavoro di gruppo, in modo da permettere a tutti i partecipanti di potersi conoscere e di sviluppare dei piani di azione necessari per le proprie attività.

Tra le realtà del mondo Addiopizzo (l’associazione e la cooperativa) e l’associazione danese, diversi sono i punti di contatto e le similitudini, nonostante le differenze legate a fattori di natura geografica, storica e sociale.

L’ associazione danese Kantara 

L’associazione Kantara rappresenta un centro ricreativo ed educativo per i giovani ragazzi, tra i 13 e i 18 anni, che vivono in uno dei ghetti di Copenaghen, Nørrebro: un quartiere multietnico, con un’alta presenza di gang criminali, coinvolte nel traffico della droga.

Quello che ci ha subito colpito è stato l’uso improprio del termine “ghetto” dato a questo quartiere; infatti la tranquillità, la pulizia, la bellezza e la particolarità di ogni edificio e abitazione, fanno presupporre tutto purché ad un quartiere malfamato. Tale denominazione, difatti, porta ad un alto livello di discriminazione sociale ed etnica che viene subìta da coloro che ne fanno parte.

L’obiettivo dell’associazione è proprio quello, quindi, di coinvolgere attivamente i giovani ragazzi, attraverso le varie attività educative e sportive, per dargli una maggiore integrazione sociale.

Le analogie con Addiopizzo

Da tempo Addiopizzo non si occupa soltanto all’assistenza alle vittime di racket, ma prova a coinvolgere soprattutto i più giovani, con attività di vario tipo nei quartieri con alto tasso di povertà e di criminalità.
In particolare, l’associazione gioca un ruolo cruciale nel supporto delle famiglie e dei bambini che vivono nel quartiere di Piazza Magione. Questo quartiere, infatti, nonostante sia una delle piazze più importanti del centro storico di Palermo, rappresenta anche una delle zone più difficili nella quale vivere, specialmente per i bambini e i ragazzi che, vivendone le difficoltà giornaliere, si perdono tutte le potenziali opportunità ed esperienze, a cui avrebbero diritto.

Le esperienze più significative

Diverse sono state le esperienze svolte in questi 6 giorni, tra incontri, tour e varie presentazioni, si ha avuto la possibilità di unire la formazione al divertimento.
Sicuramente tra quelle più significative ci sono state:

  • Il tour di Nørrebro guidato dal simpaticissimo Shuaib, un ragazzo che, durante la sua adolescenza, ha frequentato assiduamente l’associazione, per poi diventarne volontario. ​
  • Provare varie specialità della cucina mediorientale, data la presenza di diverse etnie nel quartiere. ​
  • Visitare tutti i luoghi significativi e anche i quartieri meno frequentati di Copenhagen. ​
  • Ascoltare le storie e le varie testimonianze di alcune vittime d’estorsione, come i fratelli Cottone (proprietari della pizzeria La Braciera) e Shayn (esercente e proprietario di diversi negozi presenti nel centro storico) nella sede di Addiopizzo, a Palermo. Nonostante dalle loro testimonianze si notasse la sofferenza subìta nel corso degli anni, la loro determinazione, il coraggio e la capacità di resilienza, data da loro stessi e dell’aiuto costante anche di Addiopizzo nella causa, ha fatto sì che potessero essere d’ispirazione per ognuno di noi. ​
  • Infine, conoscere i volontari e i ragazzi dell’associazione che, per tutta la durata dello scambio, hanno sempre mostrato il loro attivo interesse e affetto verso il progetto e ognuno di noi.​

Cosa ci ha lasciato questo scambio 

Tramite questo tipo di esperienza si sono potute osservare due diversi tipi di “povertà”, una a livello sociale ed etnico e l’altra legata soprattutto alle difficoltà economiche, con le quali le due diverse associazioni devono fare i conti ogni giorno.

L’obiettivo del progetto, dunque, è stato quello di rafforzare le competenze dei lavoratori e dei volontari delle organizzazioni partner, al fine di migliorare la capacità delle due realtà e di favorire le prospettive occupazionali dei giovani nei territori in cui le associazioni, coinvolte, insistono.