Voci di Speranza: Addiopizzo Travel con i ragazzi del circuito penale

Per la prima volta Addiopizzo Travel si confronta con degli ospiti diversi dal solito. Non più turisti alla scoperta di una Sicilia diversa ma un percorso rivolto a siciliani. Sei incontri e un tour per capire che, anche in situazioni difficili, come quelle che hanno incontrato i protagonisti di questo percorso, è possibile trovare la propria strada.



La partnership con il centro di giustizia minorile

Il progetto consiste in un percorso con un piccolo gruppo di ragazzi dell’area penale selezionati dal Centro di Giustizia Minorile, che verranno coinvolti in una riflessione interattiva su tematiche quali la disabilità, il riscatto dalla devianza e la rinascita da situazioni difficili. 

L’obiettivo del progetto

Tutti i testimonial coinvolti nel progetto sono persone che hanno vissuto situazioni complesse ed esperienze di rinascita da situazioni estreme. Persone con cui i ragazzi possano empatizzare più facilmente. Esperienze di vita invalidanti ma trasformate perché affrontate con coraggio e in modo critico ed onesto.

L’obiettivo è quello di far sperimentare ai ragazzi forme di socializzazione differenti dai loro clichè, far sperimentare il senso dell’ascolto di esperienze di crisi da cui sono scaturite nuove e positive risorse personali e vivere un momento di confronto costruttivo in piccolo gruppo.

Il tutto finalizzato al miglioramento delle competenze relazionali dei minori e giovani, all’accrescimento dell’autostima, al miglioramento della capacità di lavorare in gruppo, alla promozione di esperienze positive e di una riflessione introspettiva sulle proprie parti positive.

I sei incontri previsti

Il progetto prevede le testimonianze di persone molto diverse tra loro:

  • la storia di una donna che dopo aver subito anni di violenze, riesce a creare un’impresa di donne vittime di violenza;
  • la testimonianza di un ragazzo africano sbarcato giovanissimo in Italia che riesce ad integrarsi e trovare la propria strada, eccellendo a scuola;
  • la testimonianza di un atleta disabile di successo che non si è mai fermato di fronte alle difficoltà;
  • un commerciante che trova la forza di denunciare gli estorsori facendoli arrestare, continuando il proprio lavoro con dignità e senza alcun timore;
  • l’incontro con un gruppo scout che gestisce un bene confiscato alla mafia;
  • il racconto di un ragazzo che dopo anni di carcere ha trovato la forza di ricominciare lavorando in una cooperativa sociale.

Il No Mafia Tour

Un incontro in particolare è dedicato al “Palermo No Mafia Tour”, un percorso itinerante in luoghi significativi di Palermo, dove ogni tappa offre lo spunto per una riflessione sul fenomeno della mafia e sulla mobilitazione civile contro il potere mafioso.

Una passeggiata di circa tre ore accompagnata dal racconto di chi la città la vive quotidianamente, e partecipa ad azioni di impegno civile, per una riflessione vera, al di là dei luoghi comuni.

Il primo incontro: le cuoche combattenti

È la storia di Nicoletta, che si è rivolta nel 2015 al centro antiviolenza Le Onde Onlus di Palermo. 

Dopo 15 anni di abusi psicologici e violenza economica con minacce e coercizioni mai esplicite, che l’hanno portata ad isolarsi dalla propria famiglia, a vivere nella paura. Abusi mascherati da amore, protezione, tanto da essere invisibili anche a lei stessa.

Dopo 15 anni era ormai arrivata al suo limite, e quando aveva capito che la situazione poteva diventare ancora più grave, col sostegno dei suoi figli si rivolse al centro antiviolenza. Il centro, oltre a gruppi di analisi e avvocati che l’hanno aiutata nel suo percorso di separazione, le hanno offerto anche uno stage formativo e lavorativo in un laboratorio di produzione alimentare.

Durante questi sei mesi ha riscoperto la sua passione per la cucina, ma anche un’opportunità di indipendenza economica. Grazie a questa esperienza ha riconquistato fiducia in sé stessa, che l’ha portata a voler creare qualcosa di suo e che allo stesso tempo desse una mano alle donne vittime di violenza di trovare la forza di chiedere aiuto.

È così che nasce il progetto di imprenditoria sociale Cuoche Combattenti, il cui motto è “Mai più paura, mai più silenzio, non siamo vittime ma combattenti”. Le cuoche hanno aperto un laboratorio di confetture, salse, marmellate e pesti, dando la possibilità a queste donne di imparare un lavoro e diventare indipendenti, facendo un percorso di recupero dell’autostima in sé stesse e dell’amare se stesse.

La prima idea fu quella di fare delle etichette antiviolenza, ovvero dei messaggi volti a smascherare quel meccanismo malato di controllo e possesso e far aprire gli occhi a quelle donne che sono convinte di non aver via d’uscita.

Per tutto l’impegno dimostrato Nicoletta ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti nazionali e internazionali.