C'è chi dice no... al pizzo

Un attivista del Comitato Addiopizzo spiega come la mafia, attraverso l’imposizione della sua ''tassa'', riesca ad esercitare il suo dominio e il controllo del territorio.

  • 2 ore
  • 11 -18 anni

Perché fare quest'esperienza

  • conosci le storie di imprenditori coraggiosi, come Libero Grassi
  • scopri come le parole su un adesivo abbiano scatenato una rivoluzione culturale contro la mafia
  • ispirati a una storia che rivela come i cittadini possano cambiare le cose
  • segui un percorso di educazione civica con una modalità completamente nuova

Un nuovo strumento didattico

Con l’ausilio di animazioni, foto, infografiche, video, sondaggi, sessioni di domande e risposte, guidiamo gli studenti in un percorso virtuale di educazione civica. In modo interattivo, li aiutiamo a riflettere su libertà, dignità, comunità, democrazia e come questi valori siano in contrasto con il pizzo.

L'esempio di Libero Grassi

“Con il pizzo, la mafia si fa Stato” diceva Libero Grassi, l'imprenditore ucciso a Palermo nel 1991 perché non voleva piegarsi alle estorsioni. Un uomo libero, di nome e di fatto, che aveva fatto della dignità il proprio punto di forza.
Per molti anni, dopo la sua scomparsa, nessun negoziante o imprenditore voleva denunciare la mafia: fra paura e connivenza, pagare il pizzo era diventato “normale”.

La nascita di Addiopizzo

Nel 2004, dopo anni di silenzio e di paura, un adesivo innescava una rivoluzione culturale che avrebbe cambiato le cose. Nasceva la campagna di consumo critico “Pago chi non paga”, a sostegno di chi alla mafia dice NO.
Negli anni, Addiopizzo ha aiutato oltre 300 vittime del pizzo a denunciare e promosso attività di coinvolgimento della cittadinanza per supportarli.

Un percorso virtuale di educazione civica

In questa inedita esperienza educativa, un attivista di Addiopizzo racconta agli studenti la sua esperienza personale: come è nato il movimento Addiopizzo, con quale strategia innovativa ha affrontato il problema del racket e come l'associazione ha convinto molti commercianti a denunciare il pizzo. 

Si sofferma infine sull’attività nelle scuole, con progetti di educazione civica, e sulle nuove attività sociali che Addiopizzo porta avanti  negli ultimi anni nell’ottica di una antimafia legata al rispetto dei diritti essenziali della persona.

Un esempio da replicare

Il viaggio virtuale nella storia di Addiopizzo vuole essere uno spunto di riflessione e uno stimolo, per le giovani generazioni, a fare proprio il concetto di cittadinanza attiva. Un invito a impegnarsi nel quotidiano, proprio come fecero quei ragazzi di Palermo che scossero le coscienze partendo da un adesivo. 

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Autorizzazione n° 54/S9-TUR del 04/05/2016